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Mirto di Salento, Crema di mirto, Marmellata di mirto: multipost (o)mirtoso

 è tempo? no aspettiamo ancora un po’. è tempo?
no aspettiamo ancora un po’. è tempo? no aspettiamo ancora un po’. un
giorno arriva a casa con 6 chili di  mirto, già pulito e pronto.
ma non s’era detto che non era tempo? e poi volevo venire anch’io!
dovevo fare le fot… ehm…. volevo avere il gusto di raccoglierlo con
le mie mani!
“ma questo l’ho preso solo così mi fai la marmellata” (6 chili???)
ah ecco…. quindi… ora andiamo?
sì ora è tempo.
ora,
la maggior parte delle persone raccoglie il mirto in modo selvaggio,
strappa i rami, deturpa la pianta, violenta la natura. a voi piacerebbe
che vi strappassero i rami? cioè  le braccia?
invece noi l’abbiamo
raccolto bacca bacca, mi sembra più delicatato no? tirar via le bacche
una a una, senza lamenti (oddio, io un poco mi sono lamentata!…… ah,
da parte della bacca si intendeva?), insomma abbiamo staccato le bacche
dal ramo una a una, è come se ci strappassimo le unghie dei piedi
delicatamente a una a una… uhm….oddio diciamo come se ci strappassimo le
sopracciglia a una a una via!

Facciamo così, vi do 3 ricette mirtose e lasciamo perdere le chiacchiere!

 RICETTE

MIRTO DI SALENTO

Ingredienti:

1 l di alcool a 95°
600 g di bacche di mirto
1,200 l di acqua
800 g di zucchero
1 baccello di vaniglia


1 – Mondare le bacche, lavarle per bene, scegliere anche qualche  fogliolina, farle asciugare qualche ora, trasferirle in un contenitore di vetro a chiusura ermetica scuro (ma se non ce l’avete non

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muore nessuno! basta ricoprirlo di alluminio o conservarlo in un luogo buio), versarvi l‘alcool,

assicurarsi che le bacche siano abbondantemente sommerse (dopo un po’ di giorni il volume dell’alcool sarà diminuito ed è bene che le bacche rimangano comunque sommerse, altrimenti si dovrà rabboccare con ulteriore alcool), aprire il baccello di vaniglia, ricavare i semini, versare anche questi con tutto la bacca, chiudere il contenitore, conservare in luogo fresco, asciutto e buio.
ammazza, tutto d’un fiato!

2 – Ecco, ora appunto, si può tirare il fiato e dedicarsi ad altro per 40 giorni. Però, e sottolineo però, almeno una volta al giorno bisognerà ricordarsi di scuotere il contenitore e ribaltarlo un paio di volte facendo attenzione a non farselo sfuggire dalle mani, sennò so’ razzi. Così le bacche si sfruculiano bene bene, si mescolano e macerano insieme ai nostri sensi di colpa legati ai rami strappati le unghie ecc. ecc.

3 – Finito il tempo della macerazione, e superati i sensi di colpa, preparare lo sciroppo con cui allungare l’alcool aromatizzato. Niente di più facile ed esente da sensi di colpa! Portare a bollore l’acqua insieme allo zucchero e continuare a mescolare finché quest’ultimo sia completamente sciolto. Spegnere il fuoco e lasciar raffreddare.

4 – Mentre lo sciroppo si fredda, arriva il bello (leggasi il brutto, ma mai brutto come il brutto della marmellata). Filtrare l’alcool dalle bacche pregne di alcool appunto…. e siccome sono pregne le dobbiamo strizzare bene bene perché ci restituiscano il nostro amatissimo alcool ché l’abbiamo pure pagato un sacco di soldi! (chiedo venia per gli errori di sintassi dell’ultimo periodo, ho scritto come ho filtrato…. già tanto che vi ho risparmiato le parolacce!).

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4 bis – Allora, dicevo, bisogna ricavare quanto più alcool possibile assorbito dalle bacche, all’uopo sarebbe necessario un piccolo torchio, io ho usato lo schiacciapatate…. e ho schiacciato circa 2 chili e mezzo di bacche pregne di alcool…. evito di dirvi che significa sennò il mirto non lo farete mai!!! Schiacciare più possibile le bacche ma senza esagerare (?!), onde evitare di sprigionare troppi tannini dalla polpa, responsabili di un gusto esageratamente astringente e pizzicoroso. Raccogliere tutto l’alcool strizzato e filtrato (in carta assorbente o in telo pulito) in un contenitore e

5 – 5 – 5 -mescolare (ma che bella parola!) con lo sciroppo ormai freddo. Mescolare bene, e travasare in bottiglie di vetro, dopo aver mescolato. (oh, mi piace troppo questa parola!)

6 -Consumare non  prima di due mesi, tempo necessario perché i tannini bastar.. ehm… presenti
allentino la morsa astringente sulla nostra lingua!

7 – 8- 9 – bingo! – Ma dopo due mesi ragazzi….. che meraviglia!! Roba da far resuscitare i morti! O da far ballare sui tavoli signore ammodo, timide e timorose di Dio 🙂


CREMA DI MIRTO

Ingredienti: 

1 l di alcool
600 g di bacche di mirto
1,600 l di latte
1,200 g di zucchero
1 baccello di vaniglia

Tutto uguale Mirto di Salento  tranne il punto 3.
Lo sciroppo, in questo caso, è sostituito da una crema di latte, ottenuta così:
punto 3 della crema – Portare ad ebollizione il latte insieme allo zucchero e continuare a mescolare fino a che quest’ ultimo sia completamente sciolto. Far raffreddare. Portare di nuovo ad ebollizione, abbassare la fiamma e dopo un paio di minuti spegnere. Far raffreddare. Ripetere un ultima volta questa operazione, il latte dovrebbe essersi leggermente addensato.



MARMELLATA DI MIRTO



1 kg di bacche

q.b. zucchero
1 mela
1 limone (la buccia di)
1 baccello di vaniglia o due cucchiaini di estratto di vaniglia

1 – Armarsi di santissima pazienza.
2 – Essere consapevoli che: tanto lavoro poca resa. Da 4 chili di bacche ho ricavato due boccacci da 250 g di marmellata….. regolarsi di conseguenza.
3 – Lavare le bacche, bollirle circa 15 minuti per ammorbidirle, scolarle, schiacciarle nel passaverdure, filtrare la composta ottenuta attraverso un setaccio per eliminare quanti più noccioli possibili (che contengono una quantità di tannini esagerata), aggiungere la mela grattugiata, pesare il composto, calcolare l’80% che è il peso dello zucchero da aggiungere, mettere sul fuoco, aggiungere la scorza del limone e la vaniglia, cuocere a fuoco lento fino a che la purea si addensa, fare la prova piattino congelato, se la marmellata non scende a velocità della luce ma  come un’anima in pena è pronta, eliminare la buccia di limone e l’eventuale baccello di vaniglia, indi invasare nei vasetti precedentemente sterilizzati al microonde (un dito d’acqua per 5 minuti alla massima temperatura), capovolgere i boccacci e, una volta freddi, rigirarli per dritto.

clicca sull’immagine per ingrandirla

ora ditemi se non merito un premio per la velocità  con cui ho esposto quest’ultima ricetta!!! Sono fiera di me! Dono della sintesi, vieni a me!

Ah, dimenticavo! Anche la marmellata è bene comsumarla non prima di 2 mesi… sempre per colpa di quegli stramaledettissimi tannini!!

DI PERTINENZA

cosa sono i tannini????
 Il termine tannino è stato per la prima volta utilizzato nel 1796 per indicare una sostanza chimica presente negli estratti vegetali capace di combinarsi con le proteine
della pelle animale in complessi insolubili, di prevenirne la
putrefazione da parte degli enzimi proteolitici e trasformarla in cuoio. 


Quindi fatemi capire… se mi mangio la marmellata di mirto o bevo il liquore e mi combino con la pelle di un animale putrefatto lo trasformo in cuoio????????
Ma dai….

Il mirto è una pianta arbustiva tipica della macchia mediterranea le cui bacche  maturano in autunno inoltrato e si raccolgono da dicembre a gennaio,  quindi siamo quasi sul filo di lana!
Vale la pena, il liquore è davvero notevole, un gusto deciso di legno/mare/frutta/tannini che, una volta assaggiato, non si dimentica più. E’ un’ottima  idea regalo, difatti come dice il proverbio a caval donato non si guarda in bacca….


 E poi, il mirto è decisamente  il liquore delle donne.  Come ho letto QUI (consiglio vivamente di leggere tutto l’articolo), Il sostantivo Myrtos è legato al mito greco di Myrsine, una ragazza invincibile nelle gare atletiche che venne trasformata da Pallade (divinità greca) in albero di Mirto per aver superato un giovane in una gara ginnica.
 E ti pareva! Mi ricorda di quando da ragazzina passavo interi pomeriggi al bar a giocare a bigliardino contro i ragazzi… che perdevano regolarmente contro la mia compagna di gioco e me, e alla fine siamo rimaste senza più avversari perché si rifiutavano di giocare con noi, pavidi! E meno male che non ci hanno trasformate in alberi di Mirto!

Ed ancora, il mirto è legato al nome di Venere, dea dell’amore, sembra che  Ovidio nelle Metamorfosi,
sostenga che la dea, quando uscì nuda dalla schiuma del mare, si
rifugiò dietro un cespuglio di mirto, per nascondersi dagli sguardi
concupiscenti di un satiro (rattuso).

Insomma, sto mirto è davvero mitico, s’ha da fa!

Fine.
Lo so, anche stavolta sono stata lunga, però è vero anche che ho pubblicato 3 ricette al prezzo di una!


 
Tamara

link:
http://visionigustative.blogspot.it/2014/01/mirto.html
http://visionigustative.blogspot.it/2014/01/mirto-facciamo-il-liquore-o-la.html
http://visionigustative.blogspot.com/2014/01/mirto-di-salento-crema-di-mirto.html







DIVAGAmente

Mi mescolo a te
ancora
Tu ti trasformi in onda
ed io nel rumore che fai
io divento umida terra
e tu l’acqua che mi disseta
in questa notte
profumata di luna
tu sei la pelle del mio corpo nudo
ed io le labbra dei tuoi baci
.
Tam
immagine: Egon Schiele “Abbraccio amanti II”  1917 ma ho rubato la luna a Chagall, qui

 

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