Questi ravioli (io li chiamo così) li faceva mia nonna. In tanti anni, pur conservando il ricordo di quanto fossero buoni, non ho mai pensato a farli fino ad un paio di anni fa. Ahimé però non ero in possesso della ricetta, poiché mia nonna è venuta a mancare una decina di anni fa. L’unica cosa di cui ero certa, è che la pasta base fosse la stessa delle frappe, chiacchiere, lattughe, o come volete chiamarle :)))
Ingredienti
per la pasta base
Pur avendo la mia ricetta collaudata, la faccio da anni, mi sono incuriosita, anche io come lei, dall’uso della manitoba in questa ricetta di Massari che sempre da lei ho preso.
- 250 g farina manitoba
- 30 g di zucchero
- 30 g di burro morbido
- 90 g di uova (2 uova piccole)
- 2.5 g di sale fino
- 25 g di marsala (io mistrà, a questo non ho rinunciato, mi piace troppo)
- la buccia grattugiata di mezzo limone (io, forse un po’ meno)
- i semi di un baccello di vaniglia (io 1 cucchiaino di estratto)
- olio di arachidi per friggere
- zucchero a velo per lo spolvero
per il ripieno
Qui ho dovuto fare a occhio, ché mia zia ricordava gli ingredienti, ma non le dosi, perché anche mia nonna faceva a occhio!
- 300 g circa di ricotta di pecora
- 1/2 bicchierino da caffè di alchermes ( io, 2/3 di alchermes e 1/3 di mistrà)
- 3 cucchiai di zucchero semolato
- 2 cucchiaini di polvere di caffè (no solubile, ma polvere di caffè, quella per la moca) il misterioso ingrediente!
Procedimento
Impastare tutti gli ingredienti della pasta base, fino ad avere una massa liscia e far riposare coperta da pellicola per circa un’ora.
Per il ripieno, unire alla ricotta il liquore, lo zucchero e la polvere di caffè.
Stendere la pasta sottile ma non troppo. La mia nonna papera va da 1 a 7, ho steso a 5.
Mettere un po’ di ripieno al centro della striscia di pasta, ripiegare su se stessa coprendo il ripieno, tagliare formando il raviolo, sigillare bene e proseguire con gli altri.
Friggere in olio caldo max 180° per pochi secondi.
Far raffreddare, poi gustare.
Note
In corso d’opera (in corso d’opera significa che mentre friggevo, mangiavo), mi sono resa conto che il ripieno soltanto con l’alchermes aveva un sapore che non mi convinceva, perciò ho aggiunto del mistrà che di solito aggiungo anche alla pasta base delle frappe.
La pasta stesa con la nonna papera regolata al 5 secondo me è troppo fina, tende a gonfiarsi troppo, quindi le ultime strisce le ho stese al 4 e mi pare meglio.
Con questa dose ho ricavato 35/40 ravioli.
Ah sì! Un bocconotto tira l’altro!
Silvia
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