200 g di acqua
100 g di cicoria lessata
15 g di sale integrale
100 gr di mandorle non pelate tritate grossolanamente
– Preparare il prefermento mischiando 200 g di farina tipo 1 200 g di acqua e la pasta madre.
– Lessare la cicoria, scolarla bene e frullarla insieme a 200 g di acqua di cottura della stessa.
– Impastare il prefermento unendo alternativamente la cicoracqua e la farina fino ad esaurirle.
– Mescolare il malto con il sale, idratare con un goccio d’acqua e aggiungere all’impasto.
– Valutare l’impasto, se è troppo duro aggiungere una tazzina d’acqua, deve
risultare bello tonico, non troppo lento ma nemmeno duro come una palla da pallavolo (se non avete presente pensate a una palla da pallacanestro o a una palla dura come un impasto troppo duro :).
– Portare ad incordatura, aggiungere la scorza del limone grattugiata e le mandorle.
– Rifinire l’impasto a mano per 5 minuti, con qualche colpettino di slap&fold, ma senza sbatacchiare troppo la palla verde sul piano, altrimenti le mandorle romperanno tutta la maglia glutinica.
– Fare due o tre giri di pieghe a tre (a portafoglio) facendo riposare l’impasto per mezz’ora tra l’una e l’altra e l’eventuale terza. (la terza? solo se si ha tempo e ci sono gli incastri giusti, ché gli impasti hanno bisogno di tempo ma pure noi!).
– Formare come si preferisce, a filone o pagnotta, pezzo intero o un bel due pezzi, e mettere a lievitare nello stampo. Si possono usare gli stampi da plumcake e cestini di vimini, rivestiti ciascuno con un canovaccio spolverati di semola.
– Far lievitare fino a triplicare.
– Accendere il forno e portare alla massima temperatura, modalità statica, con un pentolino di acqua bollente per creare umidità. Far riscaldare anche la leccarda o la teglia su cui cuocerà il pane.
– Spolverare la teglia bollente con la semola, ribaltare il pane, praticare dei tagli a piacere con una lametta e far cuocere 15 minuti alla massima temperatura e col pentolino d’acqua bollente nel ripiano più basso.
– Abbassare la temperatura a 220 gradi, spostare il pane a metà altezza e continuare la cottura ancora 15 minuti.
– Abbassare ancora a 180 gradi, togliere il pentolino d’acqua e attivare la funzione ventilata. Portare a cottura, aprendo il forno a fessura gli ultimi 5 minuti. Io di solito ci metto 20 minuti più 5 a fessura.
– Il pane è cotto quando
suona vuoto (e quando mi ustiono le nocche).
al contest “Un mondo di benEssere” di La Cuocherellona in collaborazione con Mai soli nel mondo
La fila davanti a me procede velocemente, documenti, carta d’imbarco, borse, trolley e oggetti nelle ceste, passaggi ai varchi con metal detector, documenti, carte d’imbarco, borse, trolley e oggetti nelle ceste. Tutto liscio e veloce. Fino al mio turno. Porgo il documento, la carta d’imbarco, riempio la cesta con la borsa, lo zaino, il cellulare, l’orologio, gli occhiali da sole, la pashmina e il cappotto. Mentre aspetto il mio turno al varco, la cesta entra nella bocca dei raggi x. Colgo subito lo sguardo della donna seduta davanti al pc, fa segno al poliziotto che mi attende al varco, appunto. Si guardano in codice, intuisco che con gli occhi la donna dica “questa è una terrorista oppure è scema, guarda nella borsa va’”.
Supero il metal detector e il truce, come intuito, mi ferma.
“Signora, prego si accomodi, apra lo zaino. Cosa è questo coso lungo, metallico, pizzuto?”
“Un portapenne e in queste scatoline dei braccialetti”
“E in questa scatola di latta tutta incerottata?”
“Cioccolatini”…
“E qui??? cosa sono questi mattoni? a cosa le servono?”
“Ehm… non sono mattoni ma stampi in gesso ripieni di…”
“Signora ma insomma dove sta
andando???”
“Ad un incontro svalvolato!”
” Abbè!!”
Ha capito che non sono una terrorista.
Il pacco di farina e la marmellata che mi ha donato Franci me li sono fatti spedire da Emmettì, non oso immaginare cosa avrebbe pensato il truce se, al ritorno quello stesso giorno (ho fatto proprio una toccata, magnata e fuga) avesse trovato un pacco di polvere bianca nel mio zaino…
Tamara
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