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Prummitori scattariSciàti: Pomodori rossi fritti alla fermata del Salento, a sentimento. Mi confermate che le feste sono finite?

 Dopo queste feste stiamo tutti un po’ così:
– Ciao. Come ti vanno le cose? – STRETTE.
– Situazione attuale: rotolo.
– Oroscopo del giorno: Bilancia. “Scendi immediatamente!”
– 4 Kg fa era il 23 dicembre.
– Sono salita sulla bilancia ed è uscita la scritta “L’importante è la simpatia.”
– È inutile che mi vesta di nero, ci vuole proprio il buio.
– Se dico No è No, a meno che mi stiate offrendo del cibo, allora dico no ma è sì.
– Quando mi sono alzata da tavola hanno applaudito anche dal presepe.
– Babbo Natale, ti avevo chiesto AMORE, non  LE MANIGLIE DELL’AMORE
– Vigilia di Natale: “Ciao, disturbo?” “Sì, sto cucinando” “Allora ci sentiamo quando hai finito?” “Ok, il 7 ti chiamo”.

 Il 7 è arrivato, ti chiamo?
In verità sono ancora occupata con i sensi di colpa calorici che mi divorano, a recuperare le forze dopo che mi sono distrutta in cucina (a cucinare o a mangiare?!),  e a controllare l’ansia che mi assale al solo pensiero che Pasqua sia alle porte.
Dopo queste feste ho chiuso a chiave la porta della cucina (e pure quella del bagno di servizio dotato di bilancia), per riaprirla solo ieri, ma con cautela. Ho pensato, ok, cucino, ma una cosa veloce, che si faccia da sé, che non contenga ventordicimila calorie, che sia versatile e, giacché, che sia pure simpatica… mumble… li pummitori scattariʃciàti! (attenzione alla pronuncia del trigramma “sci”, vedi sezione “di pertinenza”).

Cosa sono?
Li pummitori (o prummitori) sono i pomodori, preferibilmente quelli invernali, gialli, appesi, ma anche pachino o ciliegino vanno bene.
Scattariʃciàti come tradurlo? Il salentino spesso è intraducibile, perché il salentino non è una lingua, è un sentimento… ok ok, ci provo! Scattariʃciàti significa scoppiati, scoppiettati, schiattati, ma simpaticamente, nulla di violento! Già solo pronunciare Scattariʃciàti a me fa venire allegria!

Li pummitori scattariʃciàti sono una prelibatezza che affonda le origini nella tradizione della cucina contadina scelta spesso come piatto unico nella veloce pausa pranzo tra un lavoro a campagna  e l’altro. In genere, li pummidori scattariʃciati venivano consumati su fette di pane raffermo oppure come condimento delle immancabili friselle, per dare un po’ di sostanza ad un piatto povero, sia pur gustoso. Io a campagna non ci vado, però li pummitori scattarisciati li cucino lo stesso, quando ho fretta, poca fantasia oppure quando la bilancia la mattina mi dice “l’importante è la simpatia”!

RICETTA 

oOOoכ  Pomodori scattariʃciàti  coOOo

Nati come piatto unico, accompagnati da panefriselle, oggi i pomodori scattarisciati sono usati anche per condire la pasta (perfette le nostre orecchiette al grano arso) o  per insaporire piatti a base di carne e di pesce, oppure oppure renderli la base di un piatto creativo, per esempio con l’aggiunta di un uovo fritto.


Ingredienti (quantità a sentimento):


clicca per ingrandire



Pomodorini (te pennula è meglio, altrimenti ciliegini o pachino)
Olio extravergine d’oliva (due o tre cucchiai)
Aglio
Basilico fresco
Capperi sotto sale
Peperoncino
Origano
Sale

Facoltativamente, a seconda di ciò che si ha a disposizione, a gusto, o a sentimento, si possono aggiungere:

Spunzali (cipollotti salentini) o cipolla, olive nere, peperoni friggitelli, alici sott’olio o sarde sotto sale.
Formaggio ricotta semi-stagionato o pecorino (se usati per condire gli spaghetti).
Uova, da cuocere a occhio di bue insieme ai pomodori gli ultimi minuti di cottura.

Preparazione:

Lavare e asciugare i pomodori senza tagliarli, devono rimanere interi ed integri.
In un tegame a bordi alti scaldare l’olio fino a farlo diventare bollente, senza bruciarlo però. Eh!
Versarvi dentro i pomodori, coprirli con un coperchio (che sia quello giusto per la pentola, se di vetro ancora meglio, così possiamo spiare senza essere visti).
➲ Cuocere a fuoco vivace fino a quando si sentiranno i botti di Capodanno! Ecco, è questo il momento in cui i pomodori scattarìʃciano! (occhio all’accento!).
Dopo una decina di minuti abbassare la fiamma ed aggiungere l’aglio scamiciato, il basilico, i
capperi, il peperoncino ed eventuali altri ingredienti scelti a
sentimento.
➲ Lasciarli scattariʃciàre ancora per dieci/quindici minuti (che spettacolo spiarli da lu tampagnu trasparente!).
➲ Spegnere il fuoco, eliminare l’aglio, aggiungere l’origano, salare se occorre e servire nel modo scelto:

con pane abbrustolito;
con le friselle;
con la pasta fresca: scolare al dente la pasta, mantecarla su fuoco vivo con i pomodori, il loro sughetto e qualche cucchiaio di acqua di cottura, a fine cottura ggiungere una spolverata abbondante di formaggio ricotta;
con le uova, che si cuoceranno insieme ai pomodori, appena questi avranno smesso di scattarisciare, altrimenti scattarisceranno pure le uova;
come contorno di carne o pesce o legumi;
come volete!!

Provare per gustare!

DI PERTINENZA

Il dialetto salentino, come dicevo su, più che una lingua è un sentimento. Sentimento rappresentato dalla storia della parlata salentina che è molto complessa ed articolata, carica di influenze linguistiche provenienti dalle popolazioni stabilitesi nel territorio nel corso dei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli, arabi, emminchia quanti! Capite perché tanto sentimento?? Abbiamo accolto i fonemi di tutti, prendendone un po’ da ognuno, così chiunque a casa nostra si sente a casa propria. Pertanto nel tempo è diventata una lingua ricca, opulenta, piena di parole, concetti, costrutti e anche suoni unici e… difficilmente traducibili!

A proposito di suoni, per esempio,  il digramma italiano sc (quello dolce, quello di sci), a seconda di come si pronuncia in salentino assume un significato completamente diverso:
prendiamo la parola osce:
– se la  sc  si pronuncia in modo molto dolce, leggero, suono rappresentato dal /ʃ/   è una  fricativa postalveolare sorda di grado semplice, quindi si legge osce /ɔʃɛ/, e significa oggi.
– se invece la sc si pronuncia quasi raddoppiando il suono (come le consonanti doppie), trattasi di
 fricativa postalveolare sorda di grado doppia, ossia il suono sc italiano, si scrive šc, quindi ‘ošce /ɔʃʃɛ/,e significa vostre.

Quindi, pummitori scattarisciati si pronuncia così: pummitori scattariʃiàti  (cliccate QUI)

Se volete sentire anche osce&osce cliccate QUI.


Spicciai (Finii)


Tamara

GENEROSAmente



Per l’anno nuovo voglio farvi un regalo unico, speciale e generoso! Condivido con voi la mia collezione privata di preziosissimi Cavez originali! Sono certa che prima o poi, almeno uno di questi vi sarà utile 🙂

clicca sugli affa sulle immagini per ingrandirle

Principe Azzurro… ma vaffanfiaba!
Tamara

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