onor dell’acque,
riso al mondo nacque;
Venere al sapore di mare, di gamberi e totani cotti in due marinature differenti, profumato di zenzero, limone e cardamomo, di pane appena sfornato, di aromi orientali, di vento profumato di sole.
Non è un risotto, non ha il gusto pieno e deciso di un classico riso mantecato e cremoso.
E’ un piatto delicato, in cui i sapori non si fondono ma si mescolano, coprotagonisti e generosi, lasciando spazio a tutti gli aromi senza prevaricarsi uno con l’altro.
Come il mare la sabbia e il vento…
Passo subito alla ricetta, notato come sono seria e aulica (incipit a parte)?
Serissima, niente sgozzamenti di calamari, nessun uso di mezzi (im)propri e nessuna canditura, anzi sì! Mi candido al primo contest della mia foodblogger-vita, come dirò poi, quindi mi sono armata (ecco….comincio a cedere…) di una dose massiccia di appiombo (cedo!)! Come dice Camilleri, o aplomb come dicono i francesi…
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RICETTA
Ingredienti per 4 persone normali o 6 a dieta:
400 g di riso Venere
750 g di gamberi di paranza (o anche no, purché siano freschi)
500 g di totanetti o calamari freschi piccoli o seppioline di paranza
1 limone grande o due piccoli
1 radice di zenzero (3/4 centimetri)
q.b. bacche di cardamomo
q.b. aceto balsamico di ottima qualità (o vincotto)
q.b. olio
q.b. sale marino
per il fumetto:
acqua, vino bianco, pomodori, scalogno, pepe in grani, cardamomo, sale
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– Preparare il fumetto con abbondante acqua, vino bianco, pepe, scalogno, pomodori, 5 o 6 bacche di cardamomo aperte, sale e porre sul fuoco.
– Pulire i gamberi, sgusciarli, staccare la testa (sssshhhh), e aggiungere carapaci e teste al fumetto in cottura.
– Far marinare i gamberi in olio, succo di limone, 5 o 6 bacche di cardamomo aperte e un pizzico di sale.
– Pulire anche i totanetti, tagliarli a striscioline sottili e porli a marinare in olio, aceto balsamico, zenzero grattugiato e un pizzico di sale.
– Far bollire il fumetto almeno una ventina di minuti, poi filtrarlo.
– Facoltativamente raccogliere un po’ di odori del fumetto e racchiuderli in un ovetto da tè in acciaio da riversare nel brodo (è una cosa che faccio sempre, anche nel sugo, per “contenere” gli odori, la cipolla in particolare).
– Riportare il brodo a bollore e versarci il riso. Cuocere per il tempo necessario, di solito quaranta minuti.
– Scolare il riso lessato e porlo in una ciotola, intanto estrarre i gamberi dal liquido di marinatura e filtrare quest’ultimo.
– Aggiungere al riso i totanetti con la loro marinatura.
– Versare nella ciotola il liquido filtrato dei gamberi ed infine i gamberi.
– Mantecare e versare nelle conchiglie.
Andare in spiaggia, e, dopo averlo fotografato abbondantemente, mangiarlo guardando il mare…
Occhio alla sabbia, ha la brutta abitudine di infilarsi ovunque, anche nelle conchiglie piene di riso 🙂
DI PERTINENZA
Venere è un riso nato nel 1997 (è un pischello!) grazie all’opera del Centro Ricerche di Sa.Pi.Se che ha “incrociato” una varietà asiatica di riso nero ed una varietà padana.
Il chicco è piccolo e nero (ma non si chiama Calimero), integrale, profumato di legno di sandalo e con un delicato aroma di pane appena sfornato. Quest’odore particolare si percepisce già solo annusandolo crudo e diventa poi più intenso in cottura. Cotto, il chicco mantiene la sua consistenza risultando ben sgranato e quasi croccante.
La leggenda narra che il riso nero fosse apprezzato alla corte degli antichi imperatori cinesi per le sue proprietà nutrizionali (che non vi sto a raccontare) ma soprattutto afrodisiache…. che faccio, vi racconto? 🙂
E che vi devo dire…. gli imperatori, nonostante fosse un riso raro, se ne scofanavano in abbondanza, ché ancora le pillolette blu non le avevano inventate!
Il riso dell’amore non potevamo che chiamarlo Venere no?
Ora che ci penso, invece di mangiarlo al mare, forse è meglio mangiarlo a casina a lume di candela….
DIVAGAmente
Tamara
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