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Christstollen: Frohe Weihnachten ovvero Stollen: Buon Natale




“Ciao sorella!! Che combini???”
<<Sto preparando del marzapane…>>
“Marzapaneeee?????”
<<Certo! Domani devo preparare lo stollen!>>
“Stolleeeeen?????? Quello dello scorso anno????? Quel coso meraviglioso che io ho mangiato a non finire???”
<<Si quello…, quello!!!>>
“Mumble…, mumble…; senti ma…, se io fotografassi i tuoi passaggi…, me lo fai pubblicare sul blog???”
<<Mmmmmmmhhhhhh, ma certo!!!>>

“Grazie sorellonaaaaa!” :)))))))

Lo stollen è la versione tedesca del panettone milanese, almeno secondo me!
Una versione ricca di gusto, profumi e sapori che, a dire il vero, non ha nulla da invidiare a quello che, tradizionalmente, siamo abituati a mangiare in questo periodo.
Un impasto brioche che di soffice non ha proprio nulla, ma vi assicuro che la sua bontà è talmente invadente da lasciarvi di stucco, proprio come me lo scorso anno, quando lo assaggiai per la prima volta!
Andiamo a vedere come si fa??
Ah! Una premessa…
Le dosi che sono qui riportate, sono pari pari  a quelle della ricetta a cui Annarita ha fatto riferimento (quella di Adriano qui) per questa realizzazione.
Se userete le quantità sotto indicate, vi ritroverete con tre fagotti belli cicciotti!
Non vi consiglio di dividere per 3 e farne uno solo…
All’assaggio vi pentirete di non averne ancora!!! :DDDD
Ah! E poi anche lo Stollen è un bellissimo regalo home made per i vostri cari! ;))

Come tutti i lievitati, la preparazione è un po’ lunga, ma non fatevi spaventare da questo, anche perché, suddividendo il lavoro, non vi peserà affatto!



INGREDIENTI



1 kg farina W 300 (una buona manitoba andrà benone!!)
3 uova
370 g di latte intero
300 g di  zucchero
350 g di burro
20 g di lievito fresco
20 g disale
300 g di uva sultanina
150 g di arancia candita
250 g di albicocche secche
250 g di mandorle tostate e tritate
1 stecca di vaniglia
1 cucchiaino di miele
noce moscata, zenzero in polvere, cannella, cardamomo, zeste grattugiate di due limoni
rhum




Marzapane:

300 g  farina di mandorle
170 g zucchero semolato
170 g zucchero a velo,
1 albume, poche gocce di estratto di mandorla amara

Impastare tutto a freddo, formare un panetto e avvolgere in pellicola e riporre in frigo.

PROCEDIMENTO

La sera precedente l’impasto vero e proprio, preparare un poolish aromatizzato con i seguenti ingredienti presi dal totale:
250 g di latte a temperatura ambiente, 
125 g di farina, 
    7 g di lievito, 
1/2 cucchiaino di cannella in polvere, altrettanto zenzero, una grattata di noce moscata, 
zeste grattugiate di 1 limone, la polpa di 1/stecca di vaniglia, semini pestati di 3 bacche di cardamomo. 
Sciogliere il lievito nel latte, unire gli aromi e mescolare.
Riporre in frigo a 5° fino al mattino successivo. 
Mettere a macerare in poca acqua tiepida e rum le uvette, i canditi e le albicocche precedentemente tagliati a cubetti.
Il mattino dopo, tirare fuori dal frigo il poolish e preparare un prefermento con i 120 grammi di latte rimanente, 120 grammi di farina, 13 grammi di lievito e il miele.
Lasciare gonfiare, quasi fino al raddoppio, o meglio, fin quando sulla superficie appariranno delle bollicine.
A questo punto versare nella macchina impastatrice il poolish della sera precedente, il prefermento del mattino, le uova, e lo zucchero, alternando con la farina rimanente.
Impastare il tutto inserendo gli ingredienti un po’ alla volta e lasciando il burro e i canditi verso la fine; per ultimo unire le mandorle, precedentemente tritate in pezzi grossolani.
Non appena l’impasto si aggrapperà al gancio, interrompere la lavorazione.
Questo tipo di impasto non necessita di eccessiva incordatura.

Rovesciare l’impasto su un piano di lavoro e raccogliere a palla.
Trascorsi 40′  mettere l’impasto in una ciotola, coprire con pellicola, porlo in frigorifero e…, dimenticatelo lì fino al giorno dopo ;))
In questo tempo, l’impasto non lieviterà ma “maturerà” nel profumo e nel sapore.

Il mattino successivo, togliere l’impasto dal frigo e lasciarlo a temperatura ambiente fino a quando torni ad essere lavorabile 😉

Dividere l’impasto in tre parti uguali e dare una preforma a sfera.

Coprire gli impasti e lasciare riposare 20′. Trascorso questo tempo, serrare la preforma come se si volesse “pirlare” (se ancora non conoscete questo verbo e l’azione che ne corrisponde, andate in uno dei post sui millanta panettoni di Tam ed ogni vostro dubbio sarà sciolto).

Trascorso ancora questo tempo, dare la forma a filone, serrando bene la formatura, appunto.
Spero che le immagini a seguire chiariranno i passaggi appena descritti.

Ora, siccome dobbiamo aspettare altri 20 minuti, prendiamo la pasta di mandorle preparata il giorno prima e dividiamola in tre, creando dei cordoncini dal diametro ci circa 3-4 cm (la lunghezza la regoleremo al momento dell’inserimento nell’impasto).

I 20 minuti son passati.
Stendiamo ciascun filoncino a rettangolo e preseguiamo come da sequenza fotografica :

Ora, se siete arrivati fino a qui significa che: mi volete tanto bene e che forse vi siete convinti a fare questo meraviglioso dolce.
Manca ancora poco dai, siamo vicini alla cottura!!;))
Una volta data la forma tipica, posizionare l’impasto su una teglia (in realtà ve ne serviranno tre) e lasciar lievitare coperto con pellicola alimentare fino al raddoppio.
Adesso sì, l’impasto deve lievitare!!!! :DDDD
Quando è quasi raddoppiato, pennellare la superficie con del latte ed infornare a 170° per circa 45 minuti (la classica prova stecchino non vi tradirà).
Mentre aspettate la cottura, preparare una ciotola con del burro fuso.
Appena lo stollen uscirà dal forno, pennellarlo con il burro, cospargere di zucchero semolato ed infine di zucchero a velo.
Fatta questa operazione, lasciare raffreddare su una gratella e poi avvolgere in carta d’alluminio.
Ora…, dopo tutto ‘sto popò di lavoro, non è che potete tagliarvene una fettazza e bearvi del magnifico sapore… no!!!!
Lo stollen deve riposare almeno 15 giorni prima di essere gustato, in modo che possa dare il meglio di sé.
A dire il vero la tradizione vuole che esso si prepari nel giorno dell’8 dicembre per poi essere aperto a Natale…
Voi ce la farete ad aspettare così tanto?
Ed io…?
Sarò riuscita a convincere la mia sorellona ad aprirne uno con la scusa di farvi vedere quanto è meraviglioso il suo interno???
A proposto…, guardate un po’ se vi piace questo dettaglio? 🙂
Il cuore di marzapane, l’arancio candito, le uvette, le albicocche, le mandorle….

Lo so che siete sfiniti, ma questo dolce racchiude una storia  secolare e così particolare che non posso non raccontarvi…
Sarò breve, promesso ;))

La tradizione natalizia del “Christstollen” è molto antica. 

La leggenda racconta che lo Stollen per la sua forma, doveva rappresentare il Bambin Gesù avvolto nelle sue fasce, da qui il nome.
Gli storici fanno risalire le origini di questo dolce al ‘400. Lo Stollen venne citato per la prima volta nel 1474 come dolce di quaresima sul conto dell’ospedale cristiano di San Bartolomeo. 
Era costituito solamente di farina, lievito e acqua per rispettare il dogma religioso. Senza burro e latte lo “Stollen” veniva chiamato anche Striezel (dolce insapore). Per questo il principe Ernst von Sachsen e il fratello Albrecht pregarono il Papa di ritirare la proibizione di utilizzare il burro e il latte.
Il Santissimo Padre si lasciò intenerire e inviò uno scritto che è passato alla storia come “Lettera del burro” in cui comunicava il permesso di utilizzare latte e burro per lo “Stollen” in cambio di una penitenza e una benedizione. 
Anche lo “Striezelmarkt”, mercatino natalizio che deve il suo nome al dolce della tradizione, fu nominato per la prima volta nelle cronache nel 1474. Nel 1560 i fornai di Dresda inaugurarono la tradizione di consegnare al loro padrone per Natale uno o due Stollen del peso di 18 chili. Esso veniva trasportato al castello da otto maestri e otto artigiani…. Un dolce di peso!!

Anche se esiste una ricetta di base per il Christstollen originale, ogni fornaio e ogni pasticcere ha un proprio segreto ereditato dalla tradizione familiare. 

La grande capacità tecnica, ingredienti scelti provenienti da terre lontane e spezie segrete, tutto questo si mescola qui per diventare una vera e propria opera d’arte pasticcera.

Nel 1900 tutti i produttori artigianali di “Christstollen” interessati si sono riuniti nell’associazione “Schutzverband Dresdner Stollen e.V.“. 

Questa associazione garantisce il consumatore sulla qualità originale del prodotto attraverso una sorta di certificato, un sigillo ovale con il simbolo della singola ditta e la scritta “Dresdner Stollen Schutzverband e.V.”. 
Fonte: http:// dresden.de 

Ora sapete la storia.
Ora sapete come si fa.
Ora, se volete, potete farlo!!!!! :)))
Non posso non ringraziare mia sorella Annarita per aver contribuito ad arricchire le pagine di questo condominio.
Lo faccio con un’ultima foto che rappresenta la classica presentazione del dolce prima del taglio.
Siate lieti, sempre!

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