Non sono mai stata un’amante delle marmellate, fin da bambina!
Giusto lo scorso anno, frugando nella dispensa, ho scovato un barattolino che era scampato alle mie fauci e vecchio di due anni prima!
Questo, se permettete un consiglio, è il periodo migliore per farla, soprattutto se avete la fortuna come me di avere arance vostre e ancora attaccate alla pianta perché sono naturalmente dolci e mature al punto giusto per poter essere “conservate”!
non importa se rimangono filamenti o parti di albedo;
2. Ogni tre arance sbucciate, conservare la buccia di una e tagliarla a striscioline sottili sottili; e procedere così fin quando avrete esaurito tutte le arance che volete trasformare in marmellata;
Considerate che il volume, deve ridursi circa della metà 😉
7. Trascorso questo tempo, aggiungere lo zucchero lentamente e continuando a mescolare, poi far riprendere il bollore e lasciar cuocere ancora 40 minuti, questa volta a fuoco medio;
8. Quando vedete che la marmellata inizia a produrre della leggera schiuma bianca, vuol dire che siamo in dirittura di arrivo; prendete un cucchiaino ed un piatto e fare la prova di densità. Prelevare un po’ di marmellata e farla scivolare sul piattino; contare fino a 20 e poi inclinare il piatto per vedere a che velocità la marmellata scivola giù: se corre molto velocemente, alzare la fiamma e lasciar cuocere ancora 10 minuti (facendo la prova di tanto in tanto con conseguenti assaggi…); se invece scivola lentamente, la marmellata è pronta per essere messa nei vasetti.
9. Spegnere il fuoco e procedere con l’invasettamento, avendo cura di mescolare ad ogni presa, in modo da distribuire in modo uniforme, polpa e scorzette.
10. Prima di chiudere i barattoli, pulite il bordo con un telo imbevuto di alcool a 90° (quello per fare i liquori) in modo che eventuali residui di zucchero vengano completamente rimossi; in questo modo si eviterà che il tappo si incolli al vetro e, al momento dell’apertura, siamo costretti ad usare una sorta di piede di porco per aprire il barattolo :DDDDD
11. Chiudere i barattoli e capovolgerli per non più di 10 minuti. Questa operazione servirà esclusivamente a sterilizzare anche il tappo. Il sottovuoto si formerà durante il raffreddamento.
12. Con una spatola in silicone, recuperare tutta la marmellata rimasta sul fondo della pentola e assaggiate, magari su una fetta biscottata fatta da voi, su una fetta di pane, o semplicemente così!
Sarete felici di averla fatta!! :))))))
Ottima al mattino a colazione, nel pomeriggio con una tazza di the, e alla sera come momento di meditazione prima di andare a dormire… :))))))))
Buona marmellata allora! :))))))
Maria Teresa
RACCOMANDAZIONI:
* Un barattolo sterilizzato è indispensabile per conservare al meglio la marmellata fatta in casa.
È dunque molto importante sterilizzare i barattoli per rimuovere batteri e funghi che potrebbero compromettere la qualità della nostra marmellata e soprattutto determinare muffe.
Per ulteriori approfondimenti potete dare un’occhiata qui!
* In questa ricetta è fondamentale l’uso del limone per due motivi: uno di tipo olfattivo e l’altro di tipo… organolettico, diciamo così!
La buccia infatti conferirà un profumo inebriante che, in abbinamento con quella delle arance, è da svenimento; la polpa, invece agirà come addensante in quanto contiene naturalmente la c.d. pectina, e conferirà alla marmellata una consistenza adatta sia per essere dolcemente spalmata su una fetta di pane, sia per essere utilizzata come ripieno per crostate o fagottini, senza rischiare l’antiestetica fuori uscita ;))
CURIOSITA’
Il termine “mela di miele” non deriverebbe perciò dalla aggiunta di miele, ma per il fatto, facile da verificare, che la polpa del frutto che è praticamente immangiabile anche in fase di maturità, pochissimo dolce, dura, e piuttosto acre, subisce con la cottura, prima di qualsiasi aggiunta di eventuali addolcenti, una trasformazione drastica degli zuccheri a lunga catena contenuti (quindi “poco dolci”) in zuccheri decisamente “dolci”, con uno spiccato profumo di miele.
La legge prevede che la percentuale di frutta non debba scendere, in ogni caso, sotto il 20%.
Marmellata, confettura o gelatina vengono definite extra se il tenore di frutta è di almeno il 45% e solitamente ne hanno il 35% o 40%.
(*) apricottare??? E che vuol dire adesso apricottare???
“operazione di spalmare la superficie di un dolce di pasta, tipicamente una torta, con una gelatina di frutta, di solito di albicocche”.
L’apricottatura rende più regolare la superficie del dolce stesso e quindi il risultato estetico della glassatura è più uniforme e liscio.
Un esempio famoso di questa tecnica è la torta Sacher glassata al cioccolato, o le torte nuziali a più piani glassate al fondant in uso specialmente in Inghilterra e negli altri paesi anglosassoni. (fonte wikipedia)
SENTITAMENTE:
Ed ora arriva la parte più difficile di questo post…
Un ringraziamento speciale alla mia Amica Tam.
Sarò di brevi (e forse sconclusionate) parole, per evitare che l’emozione prenda di nuovo il sopravvento… :)))
Le foto che vedete in questo post, tranne le prime due, mi sono state Generosamente, Amorevolmente, Preziosamente donate da lei!
A lei avevo chiesto un consiglio su come rimediare ad alcuni scatti fatti da me e mal riusciti e lei, nel pomeriggio di ieri, (avete letto bene, si…!) ha organizzato tutto quel popò di roba e ha scattato per me…, aprendo un barattolo della marmellata che le avevo recapitato qualche tempo fa.
Una tavola imbandita per la colazione con le fette di pane ricoperte…
Un vassoio in giardino con la tazza per il thè…
Una tovaglietta bianco candido e inzaccherata dalle gocce di marmellata…
Non che io avessi bisogno di questo gesto, per capire quanto Speciale sei mia dolce Tam, ma questo è l’ennesimo con cui mi hai dimostrato il tuo Bene e la tua Amicizia ed è l’ennesimo per il quale io ti dico semplicemente GRAZIE!
Parole finite… :))))
♥
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