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M’ama o non m’ama?: margherite di pane farcito.

Ospitare la raccolta di pani più bella del web, Panissimo, è stata davvero un’occasione per giocare con le farine, le decorazioni e le forme!
Così, mentre cercavo nel web qualche ispirazione, mi sono imbattuta in questa immagine su Pinterest.
Non ci ho pensato su due volte e mi sono messa all’opera!
Il risultato?
Una soffice pasta che avvolge la sfiziosità del würstel e che si sposa benissimo con l’uovo ed il formaggio che fa da collante! :-PPP
Chevvelodicoaffà… una golosità unica da condividere con i propri cari o con gli amici come aperitivo o (sarebbe meglio) come piatto unico! 😉 😉
Chissà se le foto vi faran venir voglia di provarle,,,
Io intanto vi racconto come si fanno :-))))

Ingredienti per la pasta: 

2 uova
400 g di farina tipo 1 o 2
100 g di farina integrale
190 g di acqua
40   g di burro
10   g di sale
5     g di lievito di birra
oppure
100 g di pasta madre (- 65 g di farina e – 35 g di acqua)
100 g di licoli (- 50 g di farina e – 50 g di acqua)
Per il ripieno
6 würstel
4 uova sode
formaggio grattugiato (provola, parmigiano, cheddar)
Per la finitura
miscela di tuorlo e latte
pepe fresco macinato al momento

Alla sera.

Sciogliere il lievito nell’acqua, aggiungere l’uovo e miscelare con una frustina; aggiungere la farina precedentemente setacciata e mescolare velocemente con una forchetta e lasciare riposare per 10 minuti.

Riprendere la lavorazione aggiungendo il burro a piccoli fiocchi ed infine il sale ed impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.
Avvolgere a palla e riporre in una ciotola leggermente unta con un filo di olio, coprire con pellicola e, dopo aver lasciato a temperatura ambiente per un’oretta, riporre in frigo per tutta la notte.

Al mattino. 
Estrarre l’impasto dal frigo e lasciare che torni a temperatura ambiente.
Dividerlo in otto porzioni e procedere come da sequenza fotografica qui a lato.
Formare una palla leggermente allungata e, con il mattarello, ottenere un rettangolo; inserire il würstel e richiudere la pasta pizzicando i bordi per sigillare bene. 😉
Tagliare il filoncino ottenuto in nove parti (per ottenere dieci “petali”) e, su una placca da forno coperta con apposita carta, disporle in modo da formare un fiore, al centro del quale andremo a posizionare il mezzo uovo sodo che farà da capolino della nostra margherita.
Una volta formate le otto margherite, coprire la teglia con della pellicola e lasciare lievitare fino quasi al raddoppio.
Trascorso questo tempo, accendere il forno a 190°, macinare del pepe fresco al centro della margherita e  pennellare la superficie con un mix di tuorlo sbattuto e latte; terminata questa operazione, sempre al centro spolverizzare il formaggio grattugiato scelto.
Infornare e portare a doratura. Ci vorranno circa 25-30 minuti ma, come sempre, ognuno conosce i tempi del proprio forno!! 😉

Sfornare e servire le margherite, accompagnando il tutto con un’ottima birra! :-))))))))
Siete pronti a gustarle? Io l’ho appena fatto! :-PPPPPPPPPP

… di margherite: curiosità e credenze.

Scegliere questo pane a forma di margherita, mi ha consentito di approfondire un po’ di più la conoscenza di questo fiore che ho sempre amato per la sua bellezza!
Condivido dunque un piccolo approfondimento, condito da qualche curiosità ! 😉

Per gli innamorati che desiderano sapere se il loro sentimento è ricambiato dalla persona amata, esiste un sistema semplice per sciogliere il dubbio: basta sfogliare i “petali” di una comune margherita dei prati. M’ama, e via un “petalo”; non m’ama, e via un altro, fino all’ultimo “petalo”, che sancisce il verdetto finale. Un “fiore” che decide il destino di un amore: ma sarà vero? Chissà.
Dal punto di vista botanico, la verità è che la margherita dei prati non è un fiore.
Se la guardiamo bene bene, in effetti somiglia proprio a un mazzolino di minuscoli fiori.
Per cogliere questa analogia, conviene guardare una parente della margherita dei prati, con fiori più grandi, una margheritona gialla spontanea in Sudafrica ma molto popolare anche nei giardini italiani, dove fiorisce in aprile-maggio.

Al centro del “fiore”, si nota una specie di bottone.
Guardiamolo meglio, con l’aiuto di una lente di ingrandimento: il bottone sembra un mazzolino di fiori, alcuni ancora chiusi (quelli al centro), altri aperti (quelli esterni), appoggiati sui “petali” gialli disposti a raggiera intorno al bottone.
Un “fiore” fatto di fiori? Proprio così!
I raggruppamenti di fiori si chiamano infiorescenze; per la precisione, queste sono infiorescenze a capolino.
Nell’ambito di questa famiglia di fiori, che con circa 1000 generi e 20000 specie è la più grande delle angiosperme, si osservano tipi diversi di capolino; le differenze riguardano – tra l’altro – forma del ricettacolo, tipo di fiori o anche il loro numero: ad esempio, i capolini di millefoglio (Achillea millefolium) hanno cinque fiori del raggio.
La margherita, invece, ne possiede un numero variabile da pianta a pianta, ed anche da capolino a capolino su una stessa pianta.
Che sia un caso o il prodotto dell’evoluzione biologica, non importa agli innamorati, ai quali basta sapere che così hanno una chance di trovare quella che darà ai loro dubbi la risposta più desiderata.

Fonte: M’ama, non m’ama… sfogliando una margherita.
(Gianni Bedini)

http://www.myristica.it/mag-2001/mama.html

Ed è con la bellezza di questi fiori che vi lascio il mio augurio di un buon inizio di settimana.

Siate lieti. Sempre!
Emmettì

Queste margherite le porto immediatamente nella raccolta di Panissimo#38, 
ideata da Sandra di Sono io, Sandra, e da Barbara di Bread & Companatico
questo mese ospitata qui nel Condominio!

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