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Olive candite al profumo di mirto e di strane abitudini

Sublimi, dolci, profumate, inaspettatamente sorprendenti!
Profumate di Salento: arance, mandarini, limoni e mirto, quello nostro.
Avete letto bene, sono proprio olive candite, nella fattispecie le celline, una cultivar salentina nata nell’agro di Nardò ma che sta sostituendo, nel tempo, l’altro cultivar leccese, più diffuso, l’ogliarola.
La cellina è destinata all’olificazione (regala un meraviglioso olio dolce e denso) ma anche alla conservazione in salamoia, per il consumo da tavola, o per condire pucce e focacce.
La cellina ha un gusto particolare, un’armonia  di aromi fruttati, di verdure, mandorle, pomodoro ed erbe che le conferiscono un sapore dolciastro con un retrogusto  amaro che si presta anche a preparazioni dolci, come la marmellata, le olive sciroppate e quindi, ho pensato, perché non candirle?
In uno sciroppo profumato d’agrumi, vaniglia e  liquore di mirto, le cui bacche  tanto somigliano alla cellina!
Le ho candite col metodo tradizionale, poiché la canditura veloce sul fuoco distruggerebbe le olive, così delicate e piccole, pensate, in media ogni oliva cellina pesa 1.4 grammi, piccina picciò!
Quindi ci vuole qualche giorno d’attesa, ma ragazzi, se ne vale la pena!
Sono sublimi, dolci, profumate, s o r p r e n d e n t i, da svenimento! E lo sciroppo? libidinoso!
Perché le ho fatte? lo saprete nei prossimi giorni 🙂

E se non riuscite a trovare le celline? Credo le leccine, altrettanto delicate e profumate, potrebbero andar bene. Le mie socie stanno provando, vi diremo… nei prossimi giorni 🙂

RICETTA

oOOoכ  Olive candite  coOOo

Ingredienti:

clicca per ingrandire

200 g di olive celline snocciolate in salamoia (o leccine)
300 g di zucchero semolato
100 g di zucchero muscovado (o di canna)
400 g di acqua
  20 g di mirto di salento (o rum)
aromi: zeste di arancia, mandarino e limone, 1/2 stecca di vaniglia
  80 g di sciroppo di glucosio (solo se si vogliono conservare a lungo nello sciroppo)*

Procedimento

Lavare le olive sotto l’acqua corrente diverse volte per eliminare la salamoia.
Unire i due zuccheri, aggiungere l’acqua e far sciogliere a fuoco medio.
Far ridurre lo sciroppo una decina di minuti a fuoco basso.
Aggiungere le olive, le zeste, la stecca di vaniglia, far bollire due minuti e spegnere.
Far raffreddare e coprire.
Il giorno dopo scolare le olive raccogliendo lo sciroppo in un altra pentola.
Far sobbollire lo sciroppo 5 minuti, lasciare intiepidire, aggiungere le olive, far raffreddare e coprire.
Ripete questa operazione per altri 3 giorni (quindi in tutto 5 giorni dall’inizio).
L’ultimo
giorno dopo ancora,  il sesto, scolare le olive, aggiungere allo sciroppo il
glucosio, portare a ebollizione, aggiungere le olive (secondo preferenza
eliminare zeste e vaniglia o lasciarle), il liquore, far bollire un
minuto e invasare in un boccaccio sterilizzato, come una marmellata. Oppure, se si preferisce farle asciugare, stenderle su un foglio di carta forno e lasciarle scolare per un giorno.
Il settimo giorno, riposare. (lo dice Uno importante, mica io, eh).

Come per tutte le conserve, anche le olive candite regalano il meglio di sé dopo almeno 15 giorni dalla conservazione.

* in alternativa all’uso del glucosio, si può utilizzare lo zucchero invertito per l’intera quantità di sciroppo, quindi sostituendo i 300 g di zucchero bianco e 300 g dei 400 indicati di acqua, con le dosi e il metodo seguenti:
Versare 500 ml di acqua, 4 g di succo di limone e 500 g di zucchero in una pentola. Coprire con un coperchio e portare lo sciroppo ad ebollizione cuocendo su fiamma medio-alta. Quando lo sciroppo raggiunge il bollore allora regolare la fiamma al minimo (sul fuoco più piccolo che avete) e continuare a far sobbollire per 2 ore, tenendo sempre il coperchio sulla pentola (serve a non far evaporare troppa acqua). Dopo di questo spegnere e procedere con la ricetta. Cioè aggiungere 100 g di zucchero muscovado, 100 g di acqua, far sciogliere, aggiungere le olive, le zeste, la vaniglia, fa bollire due minuti, spegnere. Procedere come indicato su, a partire da “il giorno dopo“.

 

DI PERTINENZA 

Le olive candite sono meravigliose accanto (ma pure dentro) al cioccolato, nel gelato, nella crema pasticciera, per farcire torte, pasticcini, lievitati, crostate.
Io me le mangio accompagnate al… ehm… cucchiaino, semplicemente 🙂
E lo sciroppo?
Eeeeh, con lo sciroppo si pecca! Sto sorseggiando or ora un tè verde dolcificato con quest’elisir di larga vita… mmmmmmm ragazzi, le olive sono sublimi ma lo sciroppo è   l i b i d i n o s o!

 DIVAGAmente

Strane abitudini
Distruggo le graffette. Sì, le clips, le graffette, quelle! Non posso proprio farne a meno, se mi capita sotto mano una graffetta la apro, la stiro, la tiro finché non diventa bella dritta dritta e poi… ricomincio! È più forte di me! Sulla mia scrivania chi mi conosce evita di farmele trovare, a costo di nasconderle, perché io non me ne accorgo proprio, anche se mi concentro e mi alzo la mattina col pensiero “oggi le graffette le lascio in pace”, niente! Non ce la faccio proprio! È che non me ne accorgo, basta che mi distragga un attimo, se c’è una graffetta nel raggio di un braccio e una sporta, io la acchiappo e la stendo! A fine giornata ho fatto uno sterminio, la scrivania è un cimitero di graffette!
Quando sono molto stanca, nervosa, accalorata, snervata insomma proprio stanca, ehm, perdo tutto il mio aplomb (sempreché ne possegga) e dico un sacco di parolacce, perdo l’aplomb e acquisisco la  trivialità  ;-),  più che a una posata e raffinata signora di xx anni direi che assomiglio ad uno scaricatore, sì,  assumo le peculiarità verbali di una  scaricatrice di porto, di  una camalla ecco (direi, Tamalla).
Rido sguaiatamente, e spesso, è proprio una strana abitudine. Mi accorgo che è strana per il modo in cui mi guardano quando esco dal cinema, magari dopo aver visto un film drammatico, oppure quando mi guardo intorno dopo una giornata al mare e vedo lo sguardo dei miei vicini di ombrellone, oppure quando incontro delle persone che mi dicono “ah ieri hai camminato eh? cammini ogni sera eh? con le tue amiche eh? sìsì… sei passata vicino a casa mia… ti HO SENTITA…” (ma come “sentita”??? una volta non si diceva “ti ho vista”??).
Come avevo già confessato QUI, quando sono molto molto molto arrabbiata (3 molti, perché con 2 urlo, con 1 molto invece “sguardo” torvamente) lancio. Sì, lancio oggetti, qualunque cosa mi capiti sottomano, difatti quando sono molto molto molto arrabbiata chi mi conosce, oltre a sparire dal mio raggio di visibilità (praticamente bastano pochi centimetri),  nasconde immediatamente telecomandi e simili.
Mi siedo sui marciapiedi, sui tappeti, sulle sedie al contrario a cavalcioni, sui braccioli, a gambe aperte (difatti uso solo pantaloni o gonnellone lunghe fino ai piedi) a gambe incrociate, a gambe a cuore, a gambe penzoloni,  sui muretti, sui gradini, a terra, tranne nel caso ci sia un divano nei dintorni. E allora l’abitudine perde la stranezza e diventa comodità, e mi ci stravacco (sul divano, non nell’abitudine).
  Axx provoxxx xx xxx xxxx xxxxxxxxxxxxx xxxx’xxxxxxxxxxxx senza xxxxxxx, xxxxx xxxxxxxxx addosso, xxxxxxxxxx, xxxxxxxxxxxx x xxxxxxxxx, sentire xxxxx è xxxx xxxx xxxxx, xxxxxxx, xxxxxxxx, chiedere, e xxxxxxxxx xxxxxx. mi capita, quando sono molto xxxxxxxx, di xxxxxxxxxx “xxxxxxx xxxxx, xxxxxxx”…  Per farla breve, sono molto xxxxx, e questo, pare sia molto strano….ma secondo me è normale.

Tamara 

Sotto, le bellissime olive leccine della mia socia Emmettì!

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